Friedkin vuole una Roma modello Bayern
Giovedì 27 agosto 2020
E la Roma, la Roma chi compra?, è la domanda (sana, inevitabile) che il tifoso ci pone in continuazione. La nostra risposta è sempre la stessa: vorremmo poter pubblicare al più presto la notizia dell'arrivo di almeno un paio di campioni, ma non è ancora il tempo dell'oro. Importantissimo è che l'abbia comprata Friedkin, però, e che la continuità del club sia assicurata, il circuito delle speranze riattivato. Il mercato, gli acquisti, in una parola il rafforzamento della squadra non possono che appartenere alla fase 2.
Occorre avere altra pazienza, anche se le scorte della tifoseria sono esaurite: la situazione fi nanziaria ereditata da Friedkin è disperante, tanto che nelle scorse settimane la Covisoc aveva avvertito il management di Pallotta che per iscriversi al campionato sarebbero serviti altri numeri, altre garanzie. Stanchi delle titubanze di Jim e delle ingerenze dei dirottatori in servizio permanente effettivo, sono stati i soci a imporre la cessione ed è risultata vincente la strategia del texano che ha tenuto il punto per mesi, confermando l'ultima offerta di 575 milioni, inferiore di 65 a quella del febbraio scorso.
Con (i) Friedkin la Roma cambierà volto e volti, mission e soprattutto impostazione: il modello gestionale che vorrebbero riuscire ad applicare è quello del Bayern che, va detto, è forte di un impianto di sponsor da fare invidia a Cristiano Ronaldo. Per sviluppare la trasformazione è tuttavia necessario partire dal lavoro sporco, ovvero lo "smaltimento" affidato a Guido Fienga, il manager che - conoscendo perfettamente la temperatura della società - ha favorito il passaggio di consegne (pare che si fosse addirittura dimesso per accelerarlo).
di Ivan Zazzaroni
Fonte: Corriere dello Sport
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